LACRIMAZIONE DELLA
MADONNINA A SIRACUSA
29 AGOSTO – 1
SETTEMBRE 1953
Brevi cenni storici e
considerazioni
Era il 29 Agosto del 1953 quando, in una piccolissima ed umile casa tipicamente
“buggariota” (della borgata), sita in Via degli Orti di S. Giorgio n. 11 a Siracusa, avvenne un
inspiegabile miracolo: un quadretto di gesso raffigurante il cuore immacolato di Maria pianse. E lo fece per quattro giorni consecutivi.
L'effige della
Madre SS. lacrimò in una casetta di giovani sposi, i coniugi Iannuso,
proprio quando la ragazza, Antonietta, era incinta e stava soffrendo gravi problemi
di salute derivanti dalla gravidanza.
Dopo essersi
ripresa da un malore che le aveva momentaneamente tolto la vista, guardando in
direzione dell'umile capezzale regalatole dalla cognata in occasione delle
nozze, notò subito, con grande emozione e stupore, che dagli occhi sgorgavano
lacrime.
Mi basta solo immaginare ciò che scatenò tale notizia in un luogo come la
Borgata dove tutti “casualmente” sanno tutto degli altri e dove fino agli anni
ottanta era consuetudine spiare dalle finestre delle case situate al piano terra
quello che accadeva fuori.
Tale, tutto sommato, simpatica abitudine, era sicuramente resa ancor più graziosa
dalla semplicità e dalla bontà d’animo senza dubbio più presente nel popolo
degli anni cinquanta e che va via via scemando, purtroppo, al giorno d’oggi.
Lo scetticismo degli scienziati e la cautela della Chiesa non riuscirono però a
frenare quella sete di Sacro che i fedeli avevano, e che grazie a Dio hanno
ancora oggi, facendoli accorrere per sincerarsi di ciò che stava accadendo.
Una commissione
scientifica si recò il giorno 1 settembre a casa Iannuso, con l'intenzione di
prelevare alcuni campioni di lacrime dal quadretto.
Fu proprio
davanti ai loro occhi che Maria, dopo che i medici avevano prelevato le lacrime,
smise improvvisamente di piangere, come a voler dare un segno...
Gli essenziali riconoscimenti di veridicità successivamente arrivati dagli
scienziati prima e dalla stessa Chiesa siciliana poi, non fecero altro che
rafforzare quel sentimento cristiano nelle persone che ormai accorrevano come un
fiume da ogni parte per ottenere miracoli e grazie dalle Lacrime della Vergine.
La
moltitudine fu così vasta che bisognò esporre successivamente il quadro al di
fuori dell’abitazione, sulla facciata di un edificio antistante la stessa e poi
sulla vicina Piazza Euripide, dove rimase fino al 1968, anno in cui venne
inaugurata la cripta del Santuario
, ove lo stesso fu traslato.
Testimonianza tangibile dell'evento sono gli eccezionali e struggenti filmati
dell’epoca, in cui si può umanamente e cristianamente ammirare gente, d’ogni
classe e livello sociale, che viene ad implorare la liberazione da malattie
fisiche spesso terribili.
Guardare quelle immagini è come proiettarsi direttamente nell’epoca, stare
immobile accanto ai tanti sofferenti nell’ attesa che la Grazia divina, per
intercessione della Vergine, conceda i miracoli implorati; si riesce a percepire
quella fede pura, che vede in Dio l’unica soluzione dei mali.
Molti furono i miracoli elargiti per intercessione della Madonna delle Lacrime,
e ancor oggi Maria si manifesta nella vita di coloro che amano il Suo Figlio.
In questo si
differenzia, secondo me, la sublimità del Divino: nell’esaltare i poveri, i
sofferenti, i più umili, come proprio i giovani abitanti della casetta di Via
degli Orti n. 11, i quali, nella loro estrema modestia, nella semplicità di
nuova famiglia che sta cercando di crescere concependo un figlio, ricevono un dono
inestimabile ed inaspettato per gente non abituata ai riflettori ed ai posti in
prima fila, le Lacrime della Madre del Signore, acqua sul terreno arso che
rappresenta la vita della povera gente.
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